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LIBIA. GELMINI: “NOSTRO SÌ RESPONSABILE, INSUFFICIENTE IL GOVERNO”
“Il senso di responsabilita’ da sempre manifestato da Forza Italia in materia di missioni militari ci spinge ad un voto di incoraggiamento al governo che dopo molti errori fa comunque un’inversione di rotta e con grave ritardo mette in campo alcune misure di contrasto all’immigrazione incontrollata. Giudichiamo questa missione un primo passo nella giusta direzione, ma ben poca cosa per sconfiggere il traffico illegale e criminale di essere umani”. Cosi’ Mariastella Gelmini, vice capogruppo vicario di Forza Italia alla Camera, sulla sua pagina Facebook. “Rimaniamo convinti che gli errori del governo commessi fino ad oggi pesino e rendano questa iniziativa comunque insufficiente e per questo- conclude Gelmini- abbiamo chiesto ed ottenuto che a settembre ci sia una verifica dell’efficacia della missione perche’ il senso di responsabilita’ non puo’ mai essere in deroga alla logica”.
Forza Italia primo partito di centrodestra
Sono andati al voto 1.004 comuni italiani, per un totale di circa 9,2 milioni di elettori coinvolti. L’affluenza è stata inferiore al precedente turno: si è infatti fermata al 60,07% contro il 66,85% del 2012.
È ancora presto per trarre indicazioni definitive, a livello nazionale, da questo voto. Un po’ perché ancora bisogna attendere i ballottaggi del prossimo 25 giugno (solo 49 comuni con più di 15 mila abitanti su 160 sono già stati assegnati, 111 andranno al secondo turno), un po’ per il tipo di elezioni, in cui spesso più che l’appartenenza politica conta la persona del candidato sindaco, e un po’ perché i partiti nazionali non sono sempre presenti a livello locale, o sono “mascherati” dietro liste civiche o liste del candidato (falsando dunque le percentuali).
Comunque, per verificare l’affermazione di Silvio Berlusconi possiamo comunque guardare all’elaborazione fatta da Youtrend sulle percentuali ottenute dai vari partiti a livello nazionale, ricavate sommando i risultati in 145 comuni con più di 15 mila abitanti.
Nell’area di centrodestra, Forza Italia arriva prima per un soffio. Il partito di Berlusconi ottiene infatti il 6,8%, seguito dalla Lega Nord al 6,7% e Fratelli d’Italia al 2,5%. Davanti a tutti si piazza il contenitore “altri di centrodestra” – dove appunto confluiscono le varie liste del candidato, civiche ma chiaramente orientate politicamente etc. – che ottiene il 18,2%.
Anche l’area di centro, composta spesso da fuoriusciti dal centrodestra, ottiene una percentuale inferiore a Forza Italia, fermandosi al 4,5%. Insomma, il successo di Forza Italia all’interno del centrodestra c’è, anche se il “nettamente” usato da Berlusconi suona un po’ esagerato.
Il radicamento territoriale
Per quanto riguarda il “radicamento territoriale diffuso in modo omogeneo” di cui parla Berlusconi, vengono in aiuto ancora i dati di Youtrend.
In base ad essi, Forza Italia ottiene il 7,9% al Nord, il 5,2% al Centro e il 6,2% al Sud. Dunque la forchetta tra l’area col massimo dei consensi e quella col minimo è di 2,7 punti percentuali.
Molto peggio fa il principale inseguitore degli azzurri, cioè la Lega Nord. Il partito di Salvini ottiene il 12,4% al Nord, il 5,3% al Centro e lo 0,6% al Sud. La forchetta è dunque di ben 11,8 punti.
Abbastanza omogenea invece Fratelli d’Italia, che pure viaggia su percentuali inferiori: 2,7% al Nord, 3,7% al Centro e 1,5% al Sud.
Il Centro ha poi una prestazione nettamente migliore nelle regioni meridionali rispetto a quelle del centro Italia. Ottiene infatti il 3,7% al Nord, l’1,9% al Centro e il 7% al Sud: una differenza tra l’area col massimo dei consensi e quella col minimo di 5,1 punti.
Conclusioni
Dunque Berlusconi ha quasi ragione, almeno in base a quanto emerge da questo voto locale. Forza Italia è il primo partito nell’area di centrodestra, anche se non “nettamente” come scrive l’ex Cavaliere ma di appena lo 0,1%. Sembra essere anche quello diffuso sul territorio nel modo più omogeneo. La Lega Nord è infatti pressoché inesistente al Sud, Fratelli d’Italia è diffuso con maggiore omogeneità ma raccoglie percentuali nettamente più basse rispetto agli altri partiti di centrodestra e il Centro, per ironia della sorte, soffre nel Centro Italia.
10/03/2017 - Il tema migranti è una delle priorità nazionali
Il numero di immigrati che sbarcano in Italia è arrivato a un livello drammatico e le ripercussioni a livello nazionale sono altissime. Riuscire a gestire la situazione ed evitare le debolezze sulle quali ci ammonisce il Consiglio d’Europa è una delle priorità nazionali. Proprio per questo abbiamo chiesto al Governo di provare a velocizzare la sottoscrizione di accordi bilaterali con i Paesi di provenienza dei migranti, per fermare le partenze e scongiurare altri morti nel Mediterraneo. Tuttavia la politica dell’UE sull’immigrazione, fino ad oggi molto permissiva in tema di accoglienza, non ci ha aiutato a superare lo stato di emergenza. C’è bisogno di regole chiare che rendano più facili ed efficaci i rimpatri volontari e le espulsioni forzate. Per una volta possiamo dire che è l’Europa che ce lo chiede.
3/03/2017Lavoro, ancora altissima la disoccupazione giovanile in Italia
C’è un eccessivo e immotivato entusiasmo del Governo e del Pd nella lettura dei dati provvisori dell’Istat su occupati e disoccupati. Nel periodo settembre-novembre 2015, rispetto ai tre mesi precedenti, è vero che l’Istat registra una diminuzione dei disoccupati, ma al contempo anche un lieve calo delle persone occupate e soprattutto un consistente aumento degli inattivi, di coloro cioè che non hanno un lavoro ma neppure lo cercano più. La situazione occupazionale in Italia non è quindi soddisfacente, a maggior ragione se confrontata con quella degli altri Paesi Ue. Se pensiamo alla disoccupazione giovanile, infatti, secondo i dati Eurostat resi noti oggi, il tasso di disoccupazione giovanile è al 22,5% nell’Eurozona e al 20% in Ue, mentre in Italia è al 38,1%, quindi ad una percentuale quasi doppia. Considerato che anche il Pil in Italia cresce con un ritmo molto inferiore rispetto alla media europea, purtroppo non c’è affatto da gioire.
24/02/2017 - Forza Italia presenta una proposta per la legge elettorale:
proporzionale con premio di coalizione
I punti cardine della proposta di legge di Forza Italia - sono:
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sistema proporzionale con premio di maggioranza alla lista o alla coalizione che supera il 40% dei voti validi (sia alla Camera che al Senato);
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no alle preferenze ma tutti candidati in collegi uninominali;
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capo della coalizione scelto dagli elettori (ogni lista anche all'interno di una coalizione indica il suo leader e la lista più votata esprimerà il premier);
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recupero della lista che si avvicina di più alla soglia di sbarramento in coalizione, anche senza raggiungerla (recupero del miglior perdente);
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voto all'estero non più per corrispondenza ma espresso in seggi predisposti dalle rappresentanze diplomatiche e consolari;
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niente più disparità per gli elettori del Trentino Alto Adige;
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sistemi per garantire maggiore controllo all'interno delle sezioni elettorali al fine di evitare brogli
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Unioni civili: (FI), 50esima fiducia umilia Parlamento
“Forza Italia è sempre stata favorevole al riconoscimento dei diritti delle coppie omoaffettive ma contraria alla stepchild adoption e alla corrispondenza perfetta tra unioni civili e matrimonio. Se il Pd non avesse deciso di affrontare questo tema così delicato in maniera ideologica, la legge avrebbe potuto essere approvata in pochissimo tempo. Si poteva fare un lavoro migliore, largamente condiviso, senza doversi rifugiare nella cinquantesima fiducia che umilia il Parlamento e mortifica il confronto democratico”.
Marò, la protesta di Forza Italia
"Liberateli" Brunetta: "Forza Italia ha voluto, con grande rispetto ma anche con grande determinazione, ricordare la vicenda dei nostri Marò. Ricordarla in un momento particolarmente solenne, come quello della presenza del segretario generale dell’Onu Ban Ki-Moon"
"Forza Italia ha voluto, con grande rispetto ma anche con grande determinazione, ricordare la vicenda dei nostri Marò. Ricordarla in un momento particolarmente solenne, come quello della presenza del segretario generale dell’Onu Ban Ki-Moon, alla presenza del nostro Capo dello Stato Mattarella, del presidente del Senato Grasso, con senatori, deputati e autorità". Lo ha detto Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, parlando con i giornalisti in sala stampa a Montecitorio.
"Abbiamo voluto ricordare con grande determinazione, con grande monito, al segretario generale dell’Onu Ban Ki-Moon e ai nostri massimi rappresentanti - ha sottolineato - perchè noi non dimentichiamo. Forza Italia non dimentica i nostri Marò. Fino a quando non saranno tutti e due liberi, perseguiremo tutte le strade possibili, quella del coinvolgimento dell’arbitrato internazionale, per avere questo risultato". "Dispiace che la presidente della Camera, Laura Boldrini, nel suo discorso non abbia ricordato al segretario generale dell’Onu Ban Ki-Moon questa ferita ancora così profonda e sanguinante nel cuore di tutti gli italiani", ha concluso Brunetta.
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Ecco perché siamo la differenza da tutti... Buona lettura attenta di quanto sotto riportato dal nostro presidente Silvio Berlusconi sull'argomento "immigrazione" una differenza nella concretezza e ragionevolezza nell'affrontare le problematiche , senza demagogie e cavalli di troia per avere e non dare mai niente, a chi poi ha realmente bisogno "prendere lucciole per lanterne" . A.M.
Sono in Russia convinto di essere nel giusto, perché sto lavorando per contribuire alla nascita di una grande coalizione internazionale per sconfiggere l'Isis.
Se non saremo capaci di respingere l'offensiva islamista non riusciremo neanche a risolvere il drammatico problema dell'immigrazione. Serve una grande coalizione contro la violenza del male.
Bisogna intervenire in tante situazioni: in Iraq con il califfato; in Siria, con 5 milioni di persone già emigrate e infine in Libia, dove ci sono, pare, 30-50mila vittime, in seguito a guerre fra tribù, con un milione di libici espatriati in Tunisia.
Il problema immigrazione è enorme. Eravamo stati tra i primi a denunciare quello che sarebbe accaduto senza un intervento delle organizzazioni internazionali.
Avevamo risolto, ero riuscito a convincere l'Europa a partecipare a iniziative economiche. L'egoismo di alcuni Paesi, la cecità di altri, ha fatto crollare quel progetto.
L'Europa non può voltare la testa da un'altra parte, le radici cristiani ci impongono solidarietà.
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Dobbiamo investire per i campi di accoglienza in quei Paesi.
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Bisogna intervenire in Libia per bloccare le organizzazioni trafficanti di essere umani con il blocco imbarcazioni.
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Dirò tutto questo ai capi dei governi del Ppe in occasione del congresso di Madrid il 21 e 22 settembre.
Silvio Berlusconi #forzasilvio
***comunicato ufficiale*** Dobbiamo mirare all'astensione, a 26 milioni di persone che non votano: ho lavorato molto ad un progetto a questo riguardo e lo presenterò tra poco tempo.
E' un progetto che dovrà garantire a queste persone che non hanno più fiducia la possibilità di avere una classe politica che realizzi un programma come quello di cui loro sentono il bisogno, un programma liberale aggiornato. E' un programma che contiene due meno e tre più: meno tasse, meno stato, più aiuto a chi ha bisogno, più sicurezza per tutti e più garanzie per ciascuno, con la riforma della magistratura.
il nostro Presidente Silvio Berlusconi
***comunicato ufficiale*** Il documento approvato (5/08/15) dall'ufficio di presidenza di Forza Italia
"Assistiamo oggi alle crescenti difficoltà dell'esperienza di Matteo Renzi a Palazzo Chigi, e la sua caduta libera nei consensi ne è la dimostrazione. Il grave dissesto economico e sociale è stato certificato dall'Ocse, dal Fondo Monetario Internazionale, dall'Istat, da Svimez, dalla Corte dei Conti e financo dalla Bce. I dati ci dicono che siamo il Paese dell'eurozona con il tasso di crescita piu' basso, dopo la Grecia, Cipro e la Finlandia. Il tasso di disoccupazione (12,7%) e in particolare della disoccupazione giovanile (44,2%) è al massimo storico dal 1977; stesso record registrato dal debito pubblico, in costante ascesa a 2.218 miliardi. Le previsioni a medio termine sono ancora più preoccupanti. Il Fondo Monetario Internazionale prevede che nell'eurozona l'Italia, nei prossimi 5 anni, si collocherà, per tasso di sviluppo, al diciannovesimo posto. Ultima tra gli ultimi. E per ridurre il tasso di disoccupazione e tornare ai livelli del 2007 occorreranno 20 anni. La pressione fiscale (43,5%) è di 1,7 punti piu' alta rispetto alla media dell'eurozona, ed assolutamente incompatibile con la possibilità di una qualsiasi ripresa. Ne' i proclami sull'abbattimento delle imposte, lodevoli nelle presunte intenzioni, sono credibili in presenza di una base elettorale e ideologica, quella del Pd, nelle sue varie correnti, ancorata all'espansione del potere con l'espansione della spesa pubblica e considerato lo stato dei conti pubblici italiani, anche rispetto ai vincoli europei. Il numero dei nostri concittadini in povertà assoluta non regredisce e si attesta sui 4 milioni. Il ceto medio si e' ridotto in pochi anni dal 54% al 37% degli italiani. Il Sud è abbandonato a se' stesso.
Il percorso delle riforme è in una situazione di stallo perché il cosiddetto Italicum, approvato dal Parlamento con gravi forzature regolamentari, non corrisponde al disegno originario del 'Patto del Nazareno', che è stato disatteso nella lettera e nello spirito. Nel combinato disposto dell'Italicum con la riforma del Senato, l'Italia è a grave rischio di regime.
E' in crisi la pacificazione nazionale, con il risultato che si tenta di sostituire all'ampio consenso tra le forze democratiche per le riforme costituzionali il soccorso casuale di transfughi di vario genere. Tanto più che questo governo si regge alla Camera su una maggioranza di 130 deputati insediatisi grazie a un premio dichiarato illegittimo dalla Corte costituzionale e al Senato su 32 senatori eletti dal centrodestra. Noi proponiamo la revisione della riforma del bicameralismo paritario con l'elettività dei Senatori e, per quanto riguarda la Legge elettorale, l'attribuzione del premio di maggioranza alla coalizione e non alla lista.
I sondaggi attribuiscono ormai i medesimi consensi alle coalizioni principali. Il centrodestra unito è alla pari del centrosinistra in crisi. Si tratta di recuperare consensi dal non voto, che è ormai un fronte che supera il 50% degli aventi diritto. Le ultime elezioni regionali e amministrative hanno rilanciato la nostra proposta politica. Si pensi alla Liguria e a Venezia, ma anche a Umbria e Arezzo. Questo è accaduto grazie alla credibilità di candidati provenienti dalla trincea del lavoro e all'unità del centrodestra. La capacità di ascolto della gente, testimoniata da Silvio Berlusconi sin dal 1994, si è espressa attraverso uomini e donne credibili e con programmi liberali di sburocratizzazione degli apparati, di contrasto alle politiche assistenziali e corporative, di governo dell'immigrazione.
Sul piano nazionale, è pronto il cantiere delle idee e del programma, innanzitutto con la Lega. Le nostre proposte di meno tasse (Flat tax), meno burocrazia, meno Stato, più persona, più impresa, più famiglia, la nostra ricetta liberale dello sviluppo e del benessere, sono aperte al contenuto e alla elaborazione di alleati vecchi e nuovi. L'attuale situazione di crisi dell'Italia chiede una grande riscossa democratica e liberale. Democratica per ritornare dopo quattro colpi di Stato in vent'anni a un governo eletto dal popolo, liberale per uscire dalla crisi economica e riprendere la via dello sviluppo. Forza Italia ha il compito storico di catalizzare le energie positive di questo Paese, ferite da sette anni di depressione economica e avvilite da quattro anni di sospensione della democrazia, per restituire piena libertà e una rinnovata prosperità al nostro popolo. Lo strumento politico di questo nuovo corso è l'unità inclusiva di tutti i movimenti e i partiti moderati. Essi si riconoscono nel primato della persona e delle sue libertà, nel privilegio accordato alla famiglia e alla società rispetto allo Stato. Quest'ultimo va reso più leggero, con una importante riduzione della spesa pubblica e con una profonda riforma della burocrazia, del fisco e della giustizia. Lombardia, Veneto e Liguria sono i modelli di governo che riproporremo in sede nazionale, per far uscire il nostro Paese dalla crisi economica, morale e di credibilità internazionale.
Forza Italia è pronta a sostenere tutte le iniziative credibili destinate a ridurre la pressione fiscale, in particolare sulla casa; a rendere più flessibile il mercato del lavoro; a riformare, e soprattutto informatizzare e digitalizzare la burocrazia; e a ridurre i tempi della giustizia penale e civile. Per sostenere l'economia reale Forza Italia avvierà una serie di iniziative politiche e legislative a sostegno delle piccole e medie imprese dell'agricoltura, del commercio, dell'artigianato, del turismo, delle libere professioni e di tutte le partite Iva.
I limiti della presenza europea di Renzi si sono visti in occasione della crisi greca, delle inutili e dannose sanzioni alla Russia, nella lotta all'immigrazione e al terrorismo. Incapace di prendere posizione, anche nella dialettica tra Francia e Germania. Il nostro Paese è chiamato ai tavoli solo quando c'è da pagare. Mai quando si decide.
I flussi migratori sono diventati un fenomeno globale che può essere risolto soltanto con un intervento internazionale sotto l'egida dell'Onu e con il sostegno di Ue, Usa e Russia. Nell'attesa di azioni di politica internazionale che portino alla soluzione dei conflitti in Africa, in Medio Oriente ed ai confini orientali dell'Europa serve un'azione rapida che blocchi l'immigrazione dalla Libia. Si deve realizzare un accordo internazionale con i libici per la creazione di campi profughi e per il blocco delle imbarcazioni che trasportano immigrati, oltre a un indispensabile incremento dei fondi destinati alla cooperazione per lo sviluppo, alla difesa e all'accoglienza delle minoranze cristiane perseguitate dall'Isis e dal fondamentalismo islamico".
La nota del Presidente
23/05/2015 - Se i moderati non riescono ad avere l'intelligenza di stare assieme, ci dovremo tenere questo governo per chissà quanti anni. Dobbiamo convincere i moderati ad andare a votare!
22/05/2015 - Soltanto nelle monarchie il leader, cioè il re, sceglie il suo successore. In democrazia il leader viene scelto dal popolo.
4/05/2015 - Dobbiamo dare vita a un grande partito dei moderati. Votare per questo o quel partitino è veramente una cosa di una sprovvedutezza inarrivabile. Dobbiamo contrapporre una destra moderata, coesa, a una sinistra che ha invece saputo raccogliersi dentro il Partito democratico. Dobbiamo diventare via via consapevoli che bisogna opporre un'unica grande forza dei moderati sull'esempio di quella che è la più grande democrazia, gli Stati uniti d'America che mette insieme democratici e repubblicani. I democratici noi ce li abbiamo già, ora dobbiamo creare un grande partito dei moderati.
Tutti dobbiamo capire che non si può pensare a un Paese veramente democratico e libero se i moderati non riusciranno a trovare tra loro un accordo per far diventare quella che è la loro certa maggioranza in un'unica espressione politica capace di contrastare la sinistra. C'è bisogno di una saggezza che non c'è mai stata fino adesso.
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Silvio Berlusconi smentisce: "Non ho mai pensato di rottamare Forza Italia" - Sono "fantasiose illazioni" le ipotesi "in merito alla volontà del leader di Fi di dare vita a nuove formazioni politiche"
"Il presidente Silvio Berlusconi non ha mai ha pensato di 'rottamare' Forza Italia, né tantomeno lavorato per farlo". Lo afferma una nota di Fi, definendo "fantasiose illazioni" le ipotesi "in merito alla volontà" del leader di centrodestra "di dare vita a nuove formazioni politiche".
"Leggiamo su articoli di cosiddetto "retroscena" pubblicati oggi da Repubblica e dal Messaggero - si legge nella nota - fantasiose illazioni in merito alla volontà del presidente Berlusconi di dare vita a nuove formazioni politiche".
"Questo continuo ricorso a ricostruzioni giornalistiche totalmente infondate - conclude la nota - contribuisce unicamente a far perdere credibilità a chi dovrebbe fare informazione e raccontare la verità dei fatti".
Negli articoli si fa riferimento alla presunta volontà del leader di Forza Italia di dar vita a una nuova formazione politica: Forza Silvio.
"Leggo con piacere la smentita di Berlusconi di taluni retroscena sulla nascita di un nuovo soggetto politico al posto di Forza Italia. Non abbiamo bisogno di lifting". Lo dichiara il senatore di Forza Italia, Altero Matteoli. "Non è cambiando i simboli o i nomi - spiega Matteoli - che i partiti diventano più efficaci sul piano dei contenuti politici e che così provano a risolvere i problemi della gente o quelli organizzativi interni. Abbiamo bisogno di unità, e di mettere a frutto i contenuti politici, le proposte, gli ideali, i valori del centrodestra su cui si riconoscono tanti milioni di italiani".
Sì all'intervento in Libia, ma il governo coinvolga il Parlamento
"La drammatica evoluzione della situazione in Libia é la dimostrazione di quanto furono sbagliate le scelte occidentali relative al Nord Africa negli anni passati. Scelte che non abbiamo mai mancato di criticare e denunciare, ben prefigurando quali nefasti scenari futuri avrebbero prodotto.
Oggi purtroppo la realtà ci dà ragione. L’Italia non può tollerare la minaccia derivante dall’esistenza di un califfato dichiaratamente ostile alle proprie porte, sulle coste di uno Stato, la Libia appunto, ormai totalmente fuori controllo e distante poche centinaia di chilometri dalle nostre coste. Accogliamo con favore l’intento del governo di non abdicare alle responsabilità che ci derivano dal ruolo che il nostro paese deve avere nel Mediterraneo e nella difesa del nostro continente, della sua civiltà e dei suoi valori di libertà, oggi minacciati.
#ForzaItalia, in questi venti anni sia da forza di governo che di opposizione, non ha mai rinunciato ad assumersi le proprie responsabilità e anche oggi é pronta a contribuire in modo costruttivo alle difficili scelte che il nostro paese dovrà prendere. Ci auguriamo che l’esecutivo voglia al più presto coinvolgere il Parlamento tutto nell’assunzione di decisioni che, per la loro gravità, debbono trascendere le appartenenze di parte e di schieramento".
INTERVISTA a Silvio Berlusconi da "il messaggero"
La manifestazione di Parigi «ha un significato importante», basta che «non si trasformi in una melassa buonista». «L’ Occidente» in questi ultimi anni «ha sbagliato tutto» e «gli estremisti islamici si sono convinti che il nostro è un mondo debole e conquistabile». Occorre quindi reagire e quindi subito «un intervento di terra contro il califfato» e l’ Italia partecipi con proprie truppe. Silvio Berlusconi si rimette l’ elmetto, contesta la politica estera del governo e di tutto l’ Occidente e chiede all’ Europa di non negoziare con chi «minaccia i valori della nostra civiltà».
Presidente Berlusconi, i francesi sono in lutto ma furono loro a volere la destituzione di Gheddafi e ad esaltare le primavere arabe. Sbagliò Sarkozy o tutto l’ Occidente?
«L’Occidente in questi anni ha sbagliato molto. Oggi abbiamo il dovere di dire la verità: abbiamo combattuto guerre che non avremmo dovuto combattere e non ne abbiamo combattute altre che sarebbero state doverose, come quella contro l’ Isis e il suo progetto di costruire un Califfato. La cosiddetta "primavera araba" invece di portare libertà e benessere in Nord Africa lo ha completamente destabilizzato. Il ritiro delle truppe dall’ Iraq ha lasciato campo libero al terrorismo islamista, che oggi ha addirittura uno Stato. Abbiamo denunciato spesso questi errori, che, quando avevamo responsabilità di governo, ci portarono a momenti di grande tensione con la Francia di Sarkozy e con l’ alleato americano. E oggi c’ è poca soddisfazione nel dire che avevamo ragione. Speriamo che l’ Europa e l’ Occidente tutto abbiano imparato qualcosa da quelle drammatiche decisioni sbagliate».
In Libia l’ Italia ha ancora un ruolo da svolgere?
«L’ Italia non può e non deve abdicare alle proprie responsabilità verso quel territorio. Ne va della nostra sicurezza nazionale. Grazie ai nostri accordi e alla nostra politica estera la Libia di Gheddafi era diventata un alleato capace di fermare l’ enorme flusso di clandestini verso le nostre coste, che sono il confine sud dell’ Europa. Oggi non solo gli sbarchi sono ripresi, ma parte di quel territorio è sotto il controllo di un Califfato. Per rimediare agli errori oggi servono scelte coraggiose: si cambi subito il compito affidato alla missione Triton nel Mediterraneo e le nostre navi entrino nelle acque territoriali libiche per fermare le partenze invece di traghettare clandestini verso l’ Italia. E se, come credo, ciò non dovesse bastare, allora l’ Italia e l’ Europa si facciano promotrici di una coalizione di volenterosi pronta ad intervenire anche con truppe di terra per rendere inservibili i navigli idonei al trasporto di migranti».
Per sconfiggere il califfato servirebbe, a suo giudizio, un intervento di terra?
«Si. L’Occidente deve dare un segnale chiaro. La timidezza, la paura con cui negli ultimi anni abbiamo difeso i nostri valori e, aggiungo, la nostra sicurezza, hanno convinto gli estremisti islamici che il nostro è un mondo debole e conquistabile. Il ritiro delle truppe dall’ Iraq ha consentito addirittura la nascita di uno stato che propugna la conversione universale all’ Islam attraverso la violenza. L’ Occidente deve reagire con determinazione e, se serve, tutti gli Stati devono essere pronti a dare il proprio contributo, anche con truppe di terra. Intanto si fermi subito il ritiro delle forze dall’ Afghanistan e l’ Europa, per una volta, non lasci l’ iniziativa agli Stati Uniti, che oggi appaiono poco determinati, ma prenda l’ iniziativa per un intervento deciso contro Al Baghdadi e il suo Califfato».
L’ Italia dovrebbe partecipare con proprie truppe?
«Certo. Chi governa deve saper prendere decisioni difficili e coraggiose. Quando eravamo al governo non abbiamo esitato, perché, oggi più che mai, esitare può significare condannare a morte il nostro modello di civiltà».
Che cosa dovrebbe fare l’ Europa per contrastare il terrorismo islamico?
«La manifestazione di Parigi ha certamente un significato importante, ma non dobbiamo rischiare che si trasformi in una melassa buonista che mescoli le responsabilità e inibisca le scelte. La foto di gruppo dei leader alla testa del corteo deve trasformarsi in un momento di decisione: si escludano subito dal Patto di Stabilità le spese per la sicurezza, si avvii immediatamente la costruzione di una forza di reazione militare comune dell’ Unione, e si ribadisca con forza che il nostro continente non è disposto a negoziare in alcun modo con chi minaccia i valori fondanti della nostra civiltà. Chi vuole vivere tra di noi deve accettare senza riserve le nostre regole. E le deve accettare tutte».
In Francia Le Pen, in Italia Salvini. Per lei fomentano l’ odio o danno voce a chi chiede la chiusura delle frontiere?
«La signora Le Pen e Salvini danno voce alla paura della gente. Una paura più che legittima. Ritengo che il ruolo della politica sia quello di dare risposte efficaci. Su questo verranno giudicati i governi europei. Se non sapranno reagire con la dovuta fermezza saranno loro a non fare il proprio dovere e a consegnare l’ Europa ai diversi estremismi».
Le tensioni dell’ Europa con la Russia possono indebolire il fronte contro il radicalismo e il terrorismo islamico?
«La Russia è un nostro naturale alleato contro l’ integralismo islamico e la sua minaccia terroristica. È stato un grave errore permettere che le tensioni esistenti distruggessero quel clima di collaborazione nato dopo l’ accordo di Pratica di Mare, quando, grazie alla nostra politica estera, la Russia divenne un alleato strategico della Nato e un membro del G8. Oggi sembra di essere tornati ai tempi della guerra fredda. La Federazione Russa è un nostro partner nella guerra al terrore, quel terrore che ha colpito più volte e dolorosamente anche quella nazione. In questi mesi mi sono sempre adoperato, grazie al legame di stima e amicizia che mi lega al Presidente Putin, di mantenere aperto un canale di dialogo con il Governo di Mosca. Mi auguro che i tragici fatti di Parigi possano indurre tutti ad una riflessione su chi siano davvero i nostri veri e mortali nemici».
Le sanzioni contro Mosca hanno ancora un senso?
«Quelle sanzioni non hanno mai avuto senso. Sono inutili, se non addirittura dannose sul piano della politica estera e deleterie per la nostra economia. Mi auguro che il governo italiano si faccia promotore di un cambio di linea dell’ Europa che induca ad una riflessione anche l’ alleato americano. L’ Occidente, oggi più che mai, ha il dovere il reagire unito a questo nuovo 11 settembre».
CLICCA IL LINK per il VIDEOMESSAGGIO: https://forzaitalia.it/notizie/11709/con-la-flat-tax-riparte-l-italia
Care amiche, cari amici,
come sapete stiamo attraversando una situazione economica gravissima. Sempre più italiani sono preoccupati per il timore di non poter mantenere il loro benessere.
La disoccupazione non è mai stata così alta, un giovane su due non riesce a trovare lavoro, la pressione fiscale ha raggiunto un livello mai toccato prima, molte aziende chiudono e quelle che resistono fanno sempre più fatica, sono sempre di più le famiglie che non arrivano alla fine del mese.
Da questa situazione non si esce senza una decisa inversione rispetto alla strada della politica economica seguita finora dagli ultimi governi.
La direzione da prendere si può riassumere in tre punti:
Primo: meno tasse
Secondo: meno tasse
Terzo: meno tasse.
Meno tasse sulla casa, meno tasse su chi lavora, meno tasse sulle imprese.
Quello che proponiamo è una rivoluzione del nostro sistema fiscale, che così com’è oggi sottrae agli italiani più della metà dei frutti della loro fatica.
La nostra è una proposta semplice, chiara, comprensibile a tutti e facile da applicare.
Vogliamo cancellare il complicatissimo sistema attuale di aliquote differenti, di deduzioni, di detrazioni e sostituirlo con un’aliquota unica del 20%.
In altre parole, ogni italiano - persona e azienda - pagherà il 20% di quello che guadagna, non un euro di più, non un euro di meno.
E’ la Flat Tax, la tassazione piatta che avevo già proposto con il professor Martino nel 1994 ma che mai ci era stato permesso, dagli alleati e dall’opposizione, di realizzare.
Da allora 38 paesi l’hanno adottata tutti con ottimi risultati.
Il primo Hong-Kong e poi proprio nel 1994 Estonia, Lituania, Lettonia, ecc.
Perché proprio il 20%?
Perché abbiamo calcolato che così non sarà messo in pericolo l’equilibrio dei conti pubblici, e quindi l’Europa non potrà sollevare obiezione alcuna.
Non solo:
abbiamo previsto per i pensionati e per chi guadagna meno una "No Tax area" per i primi 13.000 euro di reddito annuo.
Questo significa che chi guadagna al di sotto di 13.000 euro l’anno non pagherà nessuna tassa, chi ne guadagna per esempio 15.000 pagherà le tasse solo su 2000 e così via.
Viene rispettato così il principio di progressività stabilito dalla Costituzione, ma anche dal buon senso, per il quale i più ricchi pagano di più, non solo in cifra assoluta, ma anche in percentuale al loro reddito.
Perché abbiamo fissato il limite proprio a 13.000 euro?
Perché vogliamo alzare a 1.000 euro al mese le pensioni minime, quindi 13.000 euro all’anno compresa la tredicesima, e vogliamo che questi pensionati non paghino alcuna imposta.
Vengo ai vantaggi pratici per gli italiani.
Il primo e più importante vantaggio, è che la gran parte degli italiani pagherà meno di quel che paga adesso.
E soprattutto chi crea ricchezza, chi crea lavoro, chi investe non sarà più scoraggiato a farlo da una imposizione fiscale troppo alta.
Poi, la semplicità.
Con la Flat Tax ognuno potrà fare la dichiarazione dei redditi da solo, facilmente, senza timore di sbagliare.
Infine, e soprattutto, meno evasione fiscale e meno elusione. E’ così in tutti i Paesi che hanno adottato la Flat Tax.
Con un’aliquota bassa e un sistema semplice è molto più difficile sfuggire alla giusta imposizione fiscale, perché non ci sono scappatoie, e al tempo stesso conviene meno, molto meno, tentare di evadere, di fare i furbi.
Questa è la Flat Tax, la tassa piatta uguale per tutti, una proposta concreta, efficace, sperimentata, che nei prossimi giorni presenteremo in Parlamento insieme a molte altre misure per il rilancio dell’economia, come ad esempio la non tassazione sulla compravendita di immobili per almeno sei mesi, una moneta nazionale da affiancare all’euro e un aumento del limite della spesa in contanti sino a ottomila euro come negli Stati Uniti.
Resteranno così più soldi nelle tasche degli italiani.
Mi permetto di ricordarvi che nel 2011, con il nostro governo costretto poi alle dimissioni a causa di un vero e proprio colpo di stato, stavamo tutti molto meglio.
Con i tre governi della sinistra negli ultimi tre anni la disoccupazione che con noi era all’8,4% è arrivata al 13,3%, con un milione e centomila posti di lavoro in meno;
i consumi delle famiglie sono scesi del 10,7% con 78 miliardi di euro spesi in meno dal 2011; il valore degli immobili è diminuito almeno del 25%. Eccellenti risultati.
Con tanti complimenti ai signori Monti, Letta e Renzi e a tutti i loro validissimi collaboratori.
Silvio Berlusconi - Presidente FORZA ITALIA